
Il Museo di Storia dell’Agricoltura e della Pastorizia
Il Museo di Storia dell’Agricoltura e della Pastorizia nacque, tra il 1984 e il 1985, dalla mostra «Contadini e pastori a Morano tra passato e presente»: realizzata con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Morano Calabro nel 1981 dal Prof. Francesco Mainieri (1930-2015) in collaborazione con il GAC (Gruppo di azione culturale) fu convertita in mostra permanente. La rassegna rimase nel chiostro e in alcune stanze del monastero quattrocentesco di San Bernardino, dove era stata allestita, finché quest’ultimo, in grave stato di degrado, non fu dichiarato inagibile. Il museo venne allestito, in seguito, nell’edificio della scuola elementare, al piano terra, dove rimase fino al 2002, quando venne trasferito in una porzione del palazzo sei/settecentesco Salmena, ubicato nella parte orientale del centro storico moranese, acquisito dal Comune di Morano Calabro.
«Notavo la tendenza a recidere i legami con il passato perché gli oggetti contadini erano associati a miseria e oppressione sociale», confidò Francesco Mainieri in una intervista del 1994, in un periodo in cui le trasformazioni sociali ed economiche avevano già portato in gran parte a dimenticare le origini contadine e pastorali. E invece la storia non è altro che la coscienza del presente: «tra i più giovani, diversi sono coloro che, interrogandosi sui caratteri della civiltà odierna, non scindono il presente dal passato, ma colgono il rapporto dialettico che sussiste tra l’uno e l’altro», scrisse nel 2014, un anno prima di morire.
Francesco organizzò il Museo in nove sezioni, ricche di tavole esplicative e di reperti, ritrovati nelle campagne e in abitazioni non solo di Morano:
1. Il territorio e il paesaggio agrario
2. L’assetto della proprietà terriera e la sua evoluzione
3. I rapporti di produzione nelle campagne e la popolazione agricola
4. Il lavoro agricolo: gli strumenti e le tecniche
5. La pastorizia e i pastori
6. L’edilizia rurale
7. L’interno della casa contadina
8. Le industrie rurali: la lana e la seta
9. I mulini e le gualchiere
Il Museo si compone di 150 tavole e di oltre 800 reperti, complessivamente, quindi, oltre 1.000 tra pannelli esplicativi con testi, disegni e fotografie, tavole tematiche, foto aeree, immagini d’epoca, documenti d’archivio, strumenti di lavoro, utensili della vita quotidiana, vestiti, tessuti, disegni, plastici di mulini e gualchiere.
Tutto il patrimonio del Museo venne catalogato nel 2003, prima della stipula della convenzione sottoscritta tra Francesco e l’amministrazione comunale di Morano, con la quale venne trasferito tutto il materiale che non poteva considerarsi, in senso formale, di proprietà dell’amministrazione comunale: reperti che erano stati ritrovati da Francesco Mainieri e a lui donati, i reperti di proprietà personale, molti dei quali di provenienza della sua famiglia, il contenuto delle tavole illustrative, costituito dai testi e dalle carte tematiche e dalle fotografie, di cui era autore.